AUTORE
Luca Masperone, giornalista e musicista, da anni scrive su riviste come “Strumenti Musicali”, “Chitarra Acustica”, “Jam”; suona e pubblica libri e CD. Come musicista si è esibito in diverse manifestazioni italiane e all’estero negli stati di New York, New Jersey, Pennsylvania, Ohio e Massachusetts. È autore di varie pubblicazioni, fra cui il libro Grandi Chitarristi Italiani: Pietro Nobile (Carisch) e l’album Giochi di Maschera (Old Mill Records).
Stefano Tavernese, musicista romano, è in stretti rapporti con la chitarra fin dagli inizi di un percorso musicale che l’ha portato su palchi di ogni genere e a scrivere per molti anni sulle pagine del mensile “Chitarre”. È il curatore della Grande enciclopedia della chitarra e dei chitarristi (Editori Riuniti). Al momento collabora con il portale MusicOff.com e continua ostinatamente a ricercare lo spirito del groove nel blues e nella vita quotidiana.
RECENSIONE LIBRAIO
Il libro ci racconta i loro riff più duri, i fraseggi imprevedibili, le distorsioni che hanno fatto esplodere pubblico e critiche, i pionieri che si sono distinti per la loro idea di suono, personalissimo, con eredità e debiti, ma sempre con il cuore del talento.
Ci sono tutti, nessuno escluso, nomi epici e punti di riferimento, B.B. King, Elvis, i Beatles e i Rolling Stones, Carlos Santana, gli Who, I Doors, David Gilmour e Syd Barrett, Mark Knopfler, Jimi Hendrix, Bruce Springsteen, i Metallica. Le loro chitarre, la loro idea di musica, l’intuizione che ha fatto la differenza. Ma accanto a questi nomi noti a tutti, si scopre tanta storia, in una rassegna di musicisti eccelsi, tantissimi, diversissimi, esploratori del suono, e si rende omaggio a loro: ad Allan Holdsworth, lui sopra a tutti, sperimentatore vero, una musica dalle geometrie complesse, la sua. E si dà spazio anche all’acustica, il suono viscerale di Michael Hedges, personalità scenica, linguaggio musicale senza precedenti. Si parte dal blues, si attraversa il beat inglese, il folk, si arriva all’heavy metal e oltre, fino ai sintetizzatori di Martin Gore, fino ai Nirvana. E ancora più in là, al crossover delle ultime generazioni, alla contaminazione che parte dalla riscoperta della tradizione, alla consapevolezza delle radici.
Fino a una riflessione seria e complessa sulla crisi del rock, musica fuori moda tra i Millenials, fuori dalle Top10, e all’esigenza di regalare di nuovo ai giovani la forza della passione, l’amore per uno strumento e il suo mondo, e non solo quello dei riflettori facili della notorietà tv.
Questo è un libro da regalare, da regalarsi, conservare e sfogliare, è un’enciclopedia che pulsa vitale, è sapere appassionato, “la celebrazione della cosa più bella che esista al mondo”.Recensione di Francesca Cingoli